Perchè in un BUON romanzo FANTASY i personaggi principali NON devono morire

Ladies and Gentlemen benvenuti, oggi sarò io a dare la mia opinione su un tema che mi sta molto a cuore💜.
Dedico questo post a un'amica scrittrice amante della buona cucina, che, pur inconsapevolmente, mi ha dato l'ispirazione.
Questo (lungo) discorso è dedicato a tutti gli scrittori giovani o meno che vogliano scrivere romanzi del genere fantasy e lasciare i lettori pienamente soddisfatti. Come specificato dal titolo si tratta di scrivere un buon romanzo ovvero uno che si legge tutto d'un fiato, si ama alla follia e si consiglia a tutti coloro in grado di leggere che ci capitano a tiro. Chiunque si accontenti di scrivere romanzi mediocri, che lasciano l'amaro in bocca e si dimenticano in un angolo nascosto della libreria, non avrà bisogno di leggere oltre, per tutti gli altri buona lettura!

Ho trovato ben 5 motivi che supportano la mia tesi:
  1. Evitare di deludere il lettore. Il primo motivo, forse anche il più ovvio, è quello di non deludere il lettore. Bisogna tener conto che chi ha comprato il libro/ l'ha preso in prestito/ l'ha ottenuto in qualche modo fino ad averlo tra le mani si sta dedicando completamente ad esso. Sta perdendo tempo a leggere proprio quel libro lì e non un altro e quindi è necessario tenerne conto. Uccidere un personaggio principale e quindi ben caratterizzato, a cui magari il lettore si è affezionato al punto che per lui leggere qualche pagina è come andare a trovare una persona cara, è pari a farlo diventare testimone di un omicidio...anzi, all'omicidio del suo attuale migliore amico!

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  2. La storia muore. Il secondo motivo è che con il personaggio principale muore anche la storia, ovvero non si potrà più scrivere un seguito, ma neanche una novella, un racconto! Sì, molti diranno "basta ambientarla prima della sua morte, no?" Vero, ma se una persona muore in tenera età o da adolescente non si potrà continuare a scriverne per molto, a meno di ripetersi o ambientare la storia in un momento spazio temporale molto diverso. Tenendo il personaggio in vita si può andare avanti potenzialmente all'infinito, ma uccidendolo no.

  3. I grandi della letteratura fantasy non sbagliano. Due tra i più grandi cicli di romanzi fantasy che vengono subito in mente sono Harry Potter e Il Signore degli Anelli che hanno avuto ed ancora hanno un grande successo. Fino alla fine Frodo e gran parte dei membri della compagnia dell'anello sono vivi e vegeti, così come Harry Potter, Ron e Hermione. Come non pensare che questo sia un "ingrediente" del loro successo?


  4. Stiamo leggendo un fantasy! Non è un romanzo storico, nè una biografia nè un libro d'azione e nemmeno un giallo. Se nella realtà, purtroppo, la morte fa parte di questo mondo e non guarda in faccia nessuno, in un mondo dove ci troviamo a credere nella magia, nell'esistenza di draghi, vampiri e troll possiamo anche credere che l'essere un protagonista dia l'immunità.

  5. Per avere qualcosa in cui credere. In un mondo dove gli attacchi terroristici purtroppo rischiano di diventare la normalità, è bello evadere attraverso la lettura in un luogo dove il bene prevalica sul male e la bontà d'animo viene premiata e valorizzata.
Grazie per aver aver letto questo post fino alla fine, fatemi sapere cosa ne pensate!
Tra i vostri fantasy preferiti ce n'è qualcuno in cui muoiono tutti, ma nonostante tutto lo adorate?
Oppure anche voi preferireste lasciare tutti in vita?



Vi auguro...
Tante cose belle!!!
Lady Aivlis

Commenti

  1. Davvero un'ottima discussione quella che ci proponi qui! Spero che ne seguiranno altre di questo stampo, e sono molto curiosa di conoscere altre opinioni in merito.
    E dunque... il protagonista di un fantasy può morire senza rovinare la storia?
    Per quanto mi riguarda sì, anche se capisco tutte le tue ragioni (soprattutto perchè anch'io ho la tendenza ad affezionarmi tantissimo a ogni personaggio.)
    Tuttavia secondo me la morte di un protagonista non inficia necessariamente sulla qualità di un libro, a patto che questa sia una morte giustificata, con una sua funzionalità per la trama o per il finale. Se la morale della storia, il cosiddetto "topos", si risolve (anche grazie alla morte del protagonista) allora il lettore potrà comunque essere soddisfatto di questa risoluzione, per quanto inevitabilmente soffrirà per la perdita del suo compagno di avventura.
    La morte di un protagonista delude quando è assurda, evitabile; una trovata per suscitare uno shock e sbigottimento gratuito.

    E sì, è vero che la lettura fa evadere dalla realtà e dalle sue brutture; tuttavia penso che un buon fantasy punti a creare una realtà diversa ma che vuole rappresentare la nostra, e tramite questa sovrapposizione offra degli spunti di riflessione e insegnamenti.
    Proprio per questo sono convinta che il fantasy sia un genere che si presta più di altri a vedere un finale con la morte del protagonista, soprattutto un fantasy di stampo epico, come il citato Il Signore degli Anelli. In questi libri assistiamo a lotte tra bene e male, che spesso prevedono il sacrificio estremo del protagonista. E non avrebbero lo stesso impatto se non ci fosse questo sacrificio.
    Lo stesso Il Signore degli Anelli, secondo me, non termina con un lieto fine completo per il protagonista: Frodo riesce sì a distruggere l'Anello, tuttavia lui stesso rimane così compromesso dall'esperienza da non trovare mai più pace, nemmeno una volta tornato nella sua Contea. La sua non è una morte nel vero senso della parola, ma è più figurata – alla fine della fiera comunque per Frodo non c’è la salvezza in senso stretto.
    Ultimo punto: la morte del protagonista impedisce sicuramente eventuali seguiti, però è anche vero che se un personaggio sopravvive al finale concludendo interamente il proprio arco narrativo (realizzando quindi il proprio goal) non c'è più ragione di ulteriori seguiti o libri.

    Insomma, per concludere (e mi scuso perché ne è uscita una risposta lunghissima!) sì alla morte del protagonista, ma solo se funzionale e ragionata. E anche in questo caso non è detto che non ci sia comunque un lascito positivo, dimostrando che la battaglia può esigere dei costi, ma che il sacrificio non è mai vano, e che le buone intenzioni alla fine conducono sempre a una vittoria del bene.


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    Risposte
    1. Grazie per la lunga risposta, quasi più lunga del mio intero post 😉
      Forse una morte ragionata e inevitabile per la vittoria del bene sul male potrei accettarla meglio, ma secondo me è giusto premiare il protagonista proprio perché ha sofferto per portare a termine la missione!
      Riguardo alla non necessità di scrivere di una vicenda conclusa nonostante il protagonista sia in vita non sono completamente d'accordo. Sono troppo curiosa: voglio saperne di più su come se la passa, se ha figli, un cane...
      😊🤣

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  2. Quello della morte dei personaggi principali è un argomento importante, per qualsiasi tipologia di romanzo ma per il fantasy certamente è uno dei temi più dibattuti.
    Mi affeziono molto ai personaggi, soprattutto nelle saghe. Vorrei saperne all'infinito delle loro vite e sicuramente mi aspetto un degno finale delle loro avventure, magari anche qualche novella ogni tanto che racconti cosa è capitato loro in futuro, ma dopo anni di esperienza in materia mi sono resa conto che il fanservice per un autore non è sempre la migliore soluzione. Preferisco, sotto molti punti di vista, che un autore sia coerente e sviluppi una storia o un personaggio per come li ha pensati. Se anche il loro sacrificio dovesse essere funzionale alla storia allora alla fine dovrò farmene una ragione. So che soffrirei, ma prima o poi me ne farei una ragione.
    Se invece la morte di un personaggio è piazzata in un romanzo "perché sì", è un altro paio di maniche. Uccidere un protagonista solo per l'effetto del colpo di scena o per risolvere una situazione troppo complicata che può sbrogliarsi solo con la morte, allora proprio no!

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    Risposte
    1. Grazie per la tua risposta, ero molto curiosa di sapere la tua opinione.
      Sapere che anche tu ti affezioni ai personaggi e soffri per la loro eventuale morte mi fa sentire meno sola!


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